Tra questi "mostri" se ne annoverava uno facilmente reperibile sulla Terra, sotto forma di frammenti vetrosi, di varie dimensioni, dalla tipica forma a goccia: le tectiti.
A metà strada tra una roccia vulcanica e una meteorite, le tectiti si trovano in vaste aree del nostro pianeta (i "campi di caduta"), da cui ogni ritrovamento prende il nome: si parla così di moldaviti, australiti, georgiaiti ...Mancava all'appello il "colpevole" del più grande di questi campi, quello Australoasiatico che copre una gigantesca area dall'Africa meridionale, alla Cina e a tutto l'Oceano Indiano fino all'Australia, ed è anche assai recente, meno di un milione di anni di età.

La risposta è finalmente arrivata da uno studio dell'Earth Observatory di Singapore, che ha individuato i resti del cratere nel Bolaven Plateau, in mezzo alla penisola indocinese, Laos meridionale. Hanno aiutato nell'identificazione lo studio di abbondanti tectiti trovate nei sedimenti locali, la loro compatibilità con quelle di tutto il campo di caduta, e soprattutto la traccia del cratere individuata con tecniche gravimetriche.

Il cratere non è visibile nelle foto da satellite in quanto completamente sommerso da un'ampia colata basaltica successiva.
La data dell'impatto - 780.000 anni fa - è oltretutto compatibile con la presenza dell'Uomo di Pechino, una popolazione di Homo Erectus che viveva proprio in quella zona. A che spettacolo avranno asssistito i nostri antenati?
