Domenica, 01 Luglio 2018 00:00

Il potere risolutivo

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Abbiamo modificato la nostra webcam per poterla adattare al portaoculari del nostro telescopio. Per poter sfruttare al massimo le possibilità del nostro sistema (telescopio e webcam) e raggiungere il miglior risultato possibile dobbiamo però conoscere le caratteristiche ed il funzionamento di entrambi. Cominciamo dal telescopio.


Anzituttoè assolutamente doveroso puntualizzare un paio di cose. Prima di tutto, se la serata non mette a disposizione un buon seeing è inutile (altrimenti frustrante) tentare la fotografia ad alta risoluzione. Nessun software o dispositivo, anche costoso, potranno rimediare. In secondo luogo, quasi sempre, ma sicuramente nella fotografia ad alta risoluzione, la collimazione delle ottiche è di fondamentale importanza. Questa incide notevolmente sul livello dei dettagli acquisibili. Anche disponendo di un buon telescopio e di un ottimo seeing, un ottica scollimata anche di poco può vanificare qualsiasi miglior proposito in fatto di calcolo e messa a punto del sistema.
Un interessante articolo sulla collimazione (forse il più apprezzato in rete), è quello di Thierry Legault.

 

 

Prima di cominciare le operazioni sarebbe quindi buona norma fare acclimatare lo strumento, collimarlo e stazionarlo a dovere, tutte cose sulle quali non ci soffermeremo in quanto, pur facendo parte della procedura corretta, non rientrano negli scopi di questa guida ma sui quali si trova abbondante documentazione in rete.

Il nostro telescopio ha delle caratteristiche ben definite quali la lunghezza focale ed il diametro (o apertura). Le sue prestazioni, intese come minor dettaglio distinguibile, sono riassumibili con il termine potere risolutivo.
Il potere risolutivo di un telescopio è, in termini semplici, la capacità di separare e quindi distinguere oggetti vicini tra loro. Il ‘quanto’ vicini individua appunto il grado di bontà del sistema. Il potere risolutivo di un telescopio o limite di Dawes è espresso dalla seguente formula:

a" = 115/D

dove a" corrisponde alla distanza angolare minima risolvibile ed è espressa in arcosecondi,
D è il diametro del telescopio in millimetri e 115 è la costante di Dawes.
Notiamo subito che il potere risolutivo del nostro telescopio è indipendente dalla lunghezza focale. Visto che la formula appena indicata è da considerarsi valida solo per ottiche perfette, nella pratica si usa utilizzare il valore 120 come costante di Dawes, da cui:

a" = 120/D.

D’ora in poi prenderemo come riferimento un determinato tipo di telescopio in modo da avere un riscontro pratico in fase di applicazione delle formule. Dato che sia il Gruppo che il sottoscritto sono in possesso di un Celestron C8, sarà questo tipo di riflettore che verrà utilizzato come esempio (o strumenti analoghi con la stessa apertura). Questo ci consentirà inoltre di applicare (e di conseguenza affermare) quanto stiamo affrontando in questi articoli. Il C8 ha un diametro di 203 mm (8 pollici) ed una lunghezza focale di 2000 mm. Applicando la formula in questione si ottiene un potere risolutivo di 0.59’’ (Troverete testi che riportano da 0,56 a 0,59 in base al valore di costante di Dawes considerato). Se teniamo conto che Giove appare nel cielo con una dimensione angolare media pari a circa 33’’ (33 arcosecondi), il valore da noi calcolato determina un buon potere risolutivo per gli scopi che andremo a perseguire.

 

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Letto 6487 volte Ultima modifica il Domenica, 01 Luglio 2018 21:12
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