Vediamone le caratteristiche e le eccellenze:
- il campo si svolse da Venerdì 13 a Domenica 22 agosto, vedendo la partecipazione di 29 astrofili provenienti da varie località italiane: oltre al savonese, da Genova, Acqui Terme, Codogno, Milano e Roma;
- con un lungo lavoro al teodolite, Riccardo Robitschek determinò longitudine, latitudine e altitudine del sito con un errore massimo, ripettivamente, di 24”, di 12” e di 5 m (allora non esisteva ancora il GPS!);
- il cielo era buio come ora è ormai impossibile vedere (trenta anni di incremento di inquinamento luminoso hanno lasciato il segno) e il seeing era ancora migliore dei due anni precedenti, tanto che fu possibile vedere la galassia M33 a occhio nudo (!) e il Pellicano con i binocoli 10x50;
- fu osservato il raggio verde al tramonto della “rossa e palpitante” Antares, fenomeno dovuto alla rifrazione differenziale della nostra atmosfera e che è addirittura molto difficile osservare al tramonto della stella Sole;
- venne osservata e fotografata la cometa Austin 1982g, visibile a occhio nudo e che mostrava una coda lunga circa 5°, ma soprattutto, grazie alle nostre foto, che evidenziavano dei “baffi” in prossimità della chioma, l’astronomo dell’Osservatorio di Trieste Marco Fulle determinò un’intensa attività del vento solare e pubblicò i suoi studi su Icarus con un’articolo intitolato “A possibile solar wind cause of the segmented appearence of comet Austin 1982g”;
- da ultimo “di grande effetto spettacolare è stata l’ultima notte, con mezzo cielo assolutamente sereno, tanto da permettere la visione della Via Lattea e della cometa, e mezzo coperto da terribili nubi temporalesche che scaricavano un fulmine ogni pochi secondi; inoltre due di questi fulmini, caduti sul versante opposto della valle, hanno lasciato sul suolo una strana fluorescenza verde (forse gas ionizzati) di brevissima durata” (Cielosservare, Ottobre 1982, pag. 9).
Che ne pensano i tanti partecipanti dei 34 Campi Estivi Astronomici ?