Estate 1983

Nell’estate 1983, durante il 6° Campo Estivo Astronomico, venne posizionato al Cugn di Goria un cippo e relativa targa che volevano testimoniare che in quel luogo si svolgeva annualmente il Campo Estivo astronomico del G.A.S.
L’idea di realizzare un cippo e relativa targa era stata del vulcanico Mario Monaco, il quale presentò l’idea al consiglio direttivo, che deliberò di fare incidere una targa di bronzo e di fissarla su un cippo nel sito del Campo. Inizialmente furono interpellati alcuni incisori, ma i preventivi degli stessi risultarono troppo elevati rispetto alle risorse finanziarie che il Gruppo voleva dedicare.
L’infaticabile Mario Monaco decise quindi passare all’autocostruzione, forte dell’esperienza maturata nella realizzazione della targa posta sul cancello dell’allora specola di Campei. Dopo alcune sperimentazioni la tecnica venne definitivamente messa a punto: su una lastra di ottone vennero apposte le lettere trasferibili e il tutto venne esposto in cloruro ferrico per 48 ore. Al termine dell’immersione le lettere risultarono in rilievo per circa 0,5 mm, confermando che il risultato voluto era stato ottenuto.

 

Sulla targa, di dimensioni 20x30 cm, compariva la seguente dicitura:


GRUPPO ASTROFILI SAVONESI – CAMPO ESTIVO ASTRONOMICO DEL CUGN DI GORIA – m 2310 slm – Long E 7°7,1’ – Lat N 44° 32,2’ – M. Monaco inc. – R. Robitschek ril.- anno 1983.

(ove Inc. significava incisore e ril. rilevatore delle coordinate).
Al Cugn di Goria la targa venne fissata su una lastra di pietra mediante quattro assi filettati e con l’aiuto di malta cementizia.

alt

Nella foto ricordo scattata al termine dell’opera sono visibili i partecipanti al 6° C.E.A. e, accucciati presso il cippo, Mario Monaco e Riccardo Robitschek.
Il Presidente Mario Monaco, su Cielosservare di Ottobre 1983, scriveva che il cippo e la targa “testimonieranno per chissà quanti anni che in quel luogo un gruppo di appassionati amici delle stelle ha eseguito una serie di campeggi con l’intento di sentirsi un poco più vicini ai loro prediletti astri e leggermente più lontani dalle aspre vicissitudini terrene”.
Il Campo continua ancora oggi a svolgersi in quel fantastico sito, ma il lavoro di allora non è più visibile da tempo non per la naturale erosione-corrosione degli eventi atmosferici ma per l’innaturale azione dell’homo sapiens, in quanto uno o più rappresentanti di tale specie, circa 20 anni orsono, hanno “pensato” bene di distruggere quanto alcuni loro simili, sicuramente più pensanti, avevano realizzato.