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Betelgeuse, una stella supergigante rossa nella costellazione di Orione, continua a far parlare di sè a causa della sua diminuzione di luminosità senza precedenti e del suo apparente cambiamento di forma. Dopo aver raggiunto il minimo di luminosità a circa metà febbraio, la supergigante rossa stà lentamente recuperando vigore.
Pubblicato in Astro Pillole
Ultimamente Betelgeuse, la stella rossa di Orione, è al centro dell'attenzione neanche si trattasse di una superstar dei media. Scoppia? Non scoppia? Avviserà prima? Sarà un pericolo per la vita sulla Terra? Tentiamo di fare un po' di chiarezza.
 
Confronto di Betelgeuse
Cominciamo dai fondamentali: Betelgeuse, Alpha Orionis, è una giovane stella di ben 12 masse solari che, dopo aver brillato per una decina di milioni d'anni come stella azzurra, ha terminato le scorte di idrogeno nel nucleo e 40.000 anni fa è entrata nella fase di supergigante rossa - di fatto la più vicina conosciuta, a "soli" 600 anni luce di distanza. La combustione nucleare si è esaurita nel centro della stella e ora avviene in uno strato più superficiale, così le parti esterne si sino dilatate a dismisura: se fosse al posto del Sole il suo rarefatto globo si prenderebbe tutti i pianeti fin oltre Giove. Una struttura del genere non è molto stabile, infatti Betelgeuse oscilla con un periodo di poco più di un anno, a sua volta modulato da una variazione più lenta di circa sei anni. Di questi tempi Betelgeuse sta attraversando l'incrocio tra queste due fasi con un "superminimo" che da stella più brillante di Orione l'ha declassata al livello di poco più delle stelle della cintura, come non accadeva da 25 anni.
E se invece stesse succedendo qualcos'altro?
Betelgeuse in OrioneMentre il nostro Sole esiste da quasi 5 miliardi di anni e ne ha ancora altrettanti davanti a sè, le rare stelle giganti come Betelgeuse sono destinate a vita breve e a una fine gloriosa e distruttiva. Il nuovo equilibrio che Betelguse ha trovato, infatti, è destinato a non durare e in poche migliaia di anni - attimi rispetto alla cronologia cosmica - si romperà con la sintesi furibonda di elementi sempre più pesanti. Avremo così l'implosione del nucleo, con istantanea emissione di neutrini e onde gravitzionali. Senza più meccanismi di bilanciamento, tutta la struttura andrà incontro a reazioni nucleari fuori controllo ed esploderà come un gigantesco ordigno: una supernova di tipo II.
Cosa vedremo? I conti sono presto fatti: la supernova del 1054 nel Toro, quella che diede origine alla Crab Nebula e al suo pulsar, fu ben visibile di giono ed è 10 volte più disante di Betelgeuse. La nostra stella pazza quindi diventerà poco meno brillante della Luna piena e resterà un faro abbagliante per uno o due mesi per poi lasciare la costellazione di Orione monca, ridotta più a una squadretta che a un gigante in piedi.

La prima buona notizia è che a questa distanza ci godremo lo spettacolo, impareremo un sacco di cose e basta. La quantità di radiazioni ionizzanti che ci raggiungerà a questa distanza non arriverà a essere pericolosa.
La seconda notizia è che il "botto" può avvenire in qualsiasi istante da domattina a centomila anni nel futuro, e non c'è nessun segnale di esplosioni imminenti.

Ma allora, perché Betelgeuse è diventata una celebrità proprio oggi?
Qui entrano in gioco i meccanismi della comunicazione!
Un fatto scientifico - "Betelgeuse può esplodere in un futuro vicino" o "Betelgeuse mai così debole" - se passato ai media senza il dovuto corredo informativo diventa naturalmente una notizia sensazionale da strillare nelle prime pagine, come purtroppo hanno insegnato tanti casi in altre discipline (soprattutto mediche).
E poi ci si mette il caso, per esempio con l'osservazione poco prima di Natale di onde gravitazionali provenienti più o meno dalla direzione di Betelgeuse. E hai un bel spiegare che se queste onde fossero davvero dovute al collasso stellare - un fenomeno alla portata delle attuali antenne di LIGO e Virgo - i fuochi d'artificio visibili dovrebbero cominciare nel giro di poche ore!
Nessuno ha mai osservato in dettaglio una supernova nelle fasi immediatamente precedenti l'esplosione, ma tenere Betelgeuse sempre sotto controllo non è certamente sbagliato. Se la fase di ripresa dall'attuale "superminimo" dovesse ritardare di mesi, oppure portare la stella a luminosità anormalmente alte, avremmo sicuramene un segnale da non sottovalutare.
Un recente studio di una supernova esplosa nel 2013 in una galassia non molto lontana ha dimostrato come l'oggetto fosse circondato di un guscio di materiale gassoso, piuttosto denso, formato dagli strati esterni dell'atmosfera stellare, e che questa materia era stata espulsa entro l'anno precedente la deflagrazione. Un fatto del genere intorno a Betelgeuse non passerebbe inosservato, sotto forma di variazioni anomale in più o in meno della luminosità e ci metterebbe nella condizione di dire: ci siamo!

Come ha twittato Andy Howell del Las Cumbres Observatory dopo l'arrivo delle onde gravitazionali ...
"Non volevo mettere l'accento sulla prossimità di Betelgeuse con la direzione d'arrivo delle onde, per evitare che tutti passassero la notte col naso all'insù. Ma un'occhiata fuori sono andato a darla lo stesso. Non era Betelgeuse che saltava perché:
- è abbastanza fuori della zona di localizzazione delle onde gravitazionali.
- L'evento potrebbe non essere vero.
- Non c'è stato flusso anomalo di neutrini.
- Il minimo di Betelgeuse è facilmente spiegabile.
Ma è pur sempre come comprare un biglietto della lotteria... "

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