Il fosforo, presente nel nostro DNA e nelle membrane cellulari, è un elemento essenziale per la vita. Gli astronomi hanno ricostruito il viaggio del fosforo dalle remote regioni in cui si formano le stelle fino alle comete.
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Ultimamente Betelgeuse, la stella rossa di Orione, è al centro dell'attenzione neanche si trattasse di una superstar dei media. Scoppia? Non scoppia? Avviserà prima? Sarà un pericolo per la vita sulla Terra? Tentiamo di fare un po' di chiarezza.
 
Confronto di Betelgeuse
Cominciamo dai fondamentali: Betelgeuse, Alpha Orionis, è una giovane stella di ben 12 masse solari che, dopo aver brillato per una decina di milioni d'anni come stella azzurra, ha terminato le scorte di idrogeno nel nucleo e 40.000 anni fa è entrata nella fase di supergigante rossa - di fatto la più vicina conosciuta, a "soli" 600 anni luce di distanza. La combustione nucleare si è esaurita nel centro della stella e ora avviene in uno strato più superficiale, così le parti esterne si sino dilatate a dismisura: se fosse al posto del Sole il suo rarefatto globo si prenderebbe tutti i pianeti fin oltre Giove. Una struttura del genere non è molto stabile, infatti Betelgeuse oscilla con un periodo di poco più di un anno, a sua volta modulato da una variazione più lenta di circa sei anni. Di questi tempi Betelgeuse sta attraversando l'incrocio tra queste due fasi con un "superminimo" che da stella più brillante di Orione l'ha declassata al livello di poco più delle stelle della cintura, come non accadeva da 25 anni.
E se invece stesse succedendo qualcos'altro?
Betelgeuse in OrioneMentre il nostro Sole esiste da quasi 5 miliardi di anni e ne ha ancora altrettanti davanti a sè, le rare stelle giganti come Betelgeuse sono destinate a vita breve e a una fine gloriosa e distruttiva. Il nuovo equilibrio che Betelguse ha trovato, infatti, è destinato a non durare e in poche migliaia di anni - attimi rispetto alla cronologia cosmica - si romperà con la sintesi furibonda di elementi sempre più pesanti. Avremo così l'implosione del nucleo, con istantanea emissione di neutrini e onde gravitzionali. Senza più meccanismi di bilanciamento, tutta la struttura andrà incontro a reazioni nucleari fuori controllo ed esploderà come un gigantesco ordigno: una supernova di tipo II.
Cosa vedremo? I conti sono presto fatti: la supernova del 1054 nel Toro, quella che diede origine alla Crab Nebula e al suo pulsar, fu ben visibile di giono ed è 10 volte più disante di Betelgeuse. La nostra stella pazza quindi diventerà poco meno brillante della Luna piena e resterà un faro abbagliante per uno o due mesi per poi lasciare la costellazione di Orione monca, ridotta più a una squadretta che a un gigante in piedi.

La prima buona notizia è che a questa distanza ci godremo lo spettacolo, impareremo un sacco di cose e basta. La quantità di radiazioni ionizzanti che ci raggiungerà a questa distanza non arriverà a essere pericolosa.
La seconda notizia è che il "botto" può avvenire in qualsiasi istante da domattina a centomila anni nel futuro, e non c'è nessun segnale di esplosioni imminenti.

Ma allora, perché Betelgeuse è diventata una celebrità proprio oggi?
Qui entrano in gioco i meccanismi della comunicazione!
Un fatto scientifico - "Betelgeuse può esplodere in un futuro vicino" o "Betelgeuse mai così debole" - se passato ai media senza il dovuto corredo informativo diventa naturalmente una notizia sensazionale da strillare nelle prime pagine, come purtroppo hanno insegnato tanti casi in altre discipline (soprattutto mediche).
E poi ci si mette il caso, per esempio con l'osservazione poco prima di Natale di onde gravitazionali provenienti più o meno dalla direzione di Betelgeuse. E hai un bel spiegare che se queste onde fossero davvero dovute al collasso stellare - un fenomeno alla portata delle attuali antenne di LIGO e Virgo - i fuochi d'artificio visibili dovrebbero cominciare nel giro di poche ore!
Nessuno ha mai osservato in dettaglio una supernova nelle fasi immediatamente precedenti l'esplosione, ma tenere Betelgeuse sempre sotto controllo non è certamente sbagliato. Se la fase di ripresa dall'attuale "superminimo" dovesse ritardare di mesi, oppure portare la stella a luminosità anormalmente alte, avremmo sicuramene un segnale da non sottovalutare.
Un recente studio di una supernova esplosa nel 2013 in una galassia non molto lontana ha dimostrato come l'oggetto fosse circondato di un guscio di materiale gassoso, piuttosto denso, formato dagli strati esterni dell'atmosfera stellare, e che questa materia era stata espulsa entro l'anno precedente la deflagrazione. Un fatto del genere intorno a Betelgeuse non passerebbe inosservato, sotto forma di variazioni anomale in più o in meno della luminosità e ci metterebbe nella condizione di dire: ci siamo!

Come ha twittato Andy Howell del Las Cumbres Observatory dopo l'arrivo delle onde gravitazionali ...
"Non volevo mettere l'accento sulla prossimità di Betelgeuse con la direzione d'arrivo delle onde, per evitare che tutti passassero la notte col naso all'insù. Ma un'occhiata fuori sono andato a darla lo stesso. Non era Betelgeuse che saltava perché:
- è abbastanza fuori della zona di localizzazione delle onde gravitazionali.
- L'evento potrebbe non essere vero.
- Non c'è stato flusso anomalo di neutrini.
- Il minimo di Betelgeuse è facilmente spiegabile.
Ma è pur sempre come comprare un biglietto della lotteria... "

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Nel sistema binario HD101584, si è assistito a una lotta stellare, la stella più grande si è espansa in gigante rossa e ha finito per inghiottire la sua compagna più piccola: quest'ultima ha causato l'esplosione prematura della stella morente
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L'ESO con una sua circolare comunica che l'interferometro del Very Large Telescope (VLT) ha permesso di individuare la più grande stella gialla, che si colloca tra le stelle più grandi mai osservate di ogni tipo. L'ipergigante gialla, del 50% più grande rispetto della famossima Betelgeuse, ha un diametro di circa 1300 volte maggiore di quello del nostro Sole e fa parte di un sistema stellare doppio molto stretto, in cui la la seconda stella componente sembra poter entrare in contatto con la principale. L'astronomo Olivier Chesneau, copo del team a cui si deve la scoperta, afferma "Le due stelle sono così vicine che si toccano e l'intero sistema assomiglia a una gigantesca arachide." e ancora ""La compagna che abbiamo trovato è molto significativa in quanto può avere un'influenza sulla sorte di HR 5171 A, per esempio strappandole gli strati esterni e modifcandone l'evoluzione." Le ipergiganti gialle sono molto rare (se ne contano solo una dozzina circa nella nostra galassia) e sono tra le più grandi e brillanti stelle note. Dal punto di vista evolutivo, si trovano in una fase in cui sono instabili, cambiano rapidamente ed espellono materiale verso l'esterno, formando un'atmosfera molto estesa. Questa nuova scoperta sottolinea l'importanza di studiare queste enormi ed effimere ipergiganti gialle e potrebbe fornire un modo per comprendere i processi evolutivi delle stelle massicce in generale.

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Scritto da Sandro Zappatore   
Mercoledì 29 Gennaio 2014 19:16

Continuano gli studi sulle nane brune, una classe di stelle che recentemente ha suscitato un interesse cresente da parte degli astronomi. Le nane brune si collocano in basso a destra nella sequenza principale del diagramma di Hertzsprung-Russel le nane brunea testimoniare una bassa temperatura, una massa e una magnitudine assoluta molto ridotte. Le nane brune sono di fatto stelle mancate: non hanno cioè massa sufficiente per inncescare le reazioni nucleari. La luce irradiata da queste stelle è semplicemente dovuta al calore prodotto dal collasso gravitazionale, cioè alla conversione di energia gravitazionale in calore (vedi Corso di Astronomia di Base - Storia della materia - parte prima).

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