Non sopravvissute al passaggio al perielio le prime tre comete del 2020, finalmente la quarta, la cometa C/2020 F3 - Neowise, fa bella mostra di sè nei cieli boreali, sfoggiando una bella coda bifida, che ci ricorda la ancora inegualiata Hale-Bopp del 1997.

L'astro chiomato presenta una bella coda bifida, già apprezzabile con un piccolo binocolo, e si presenta poco meno luminosa di una stella di prima grandezza. Un'altra peculiarità della cometa è stata la coincidenza con un notevole sviluppo di rare nubi nottilucenti.

 

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La fedele 41P/Tuttle-Giacobini-Kresàk, passata al perielio una decina di giorni fa, ha lasciato l'amaro in bocca a molti astrofili, essendo al di sotto, in termini di visibilità, delle aspettative: diversamente da quanto accadde nel 1973, (la cometa guadagnò circa 10 magnitudini nel giro di pochi giorni) non è stata  soggetta ad alcun imprevedibile sbalzo di luminosità. Nella serata osservativa del 13 aprile u.s. abbiamo provata cercarla nella costellazione del Dragone, ma con scarso successo: troppo debole per poterla comodamente distinguere nell'oculare.
 

Approffitando del ponte del 25 aprile, mi sono recato nella mia casa di montagna a Trins (Tirolo, Austria) e nella nottata tra il 23 e 24 aprile, ho provato a "catturarla" con il mio rifrattore RC 8 della GSO. La missione ha avuto successo! La chioma della cometa è apparsa come una lumescenza diffusa a poca distanza da Rastaban, la stella beta del Dragone.
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Il Natale 2014 è stato contraddistinto dall’arrivo di una Cometa, prontamente fotografata utilizzando gli strumenti dell’Osservatorio Astronomico Savonese. Le comete sono corpi celesti relativamente piccoli che diventano visibili solo quando si avvicinano al Sole.

Sono state propriamente definite come “palle di neve sporca”, essendo prevalentemente composte da sostanze volatili normalmente ghiacciate e che, quando la cometa si avvicina al Sole, progressivamente “evaporano” dando origine alla chioma e alla coda. La cometa che quest’anno ci ha fatto visita è di tipo periodico (tornerà fra circa 8000 anni) ed è stata avvistata per la prima volta dall’astrofilo Terry Lovejoy nell’agosto del 2014. Avvicinandosi al Sole, la sua luminosità è cresciuta andando oltre le più rosee previsioni e a reso la cometa osservabile a occhio nudo fin dai primi giorni del 2015. Come visibile nella foto di sinistra (scattata presso il Campus Universitario di Savona), la chioma è di colore verde a seguito della fluorescenza del gas biatomico di carbonio eccitata dalla radiazione solare. La coda è abbastanza estesa, anche se molto tenue e diviene visibile solo con l’osservazione strumentale (fotografia di destra scattata a Savona in località Naso di Gatto).

Credits: OAS, F. Biancardi, R. Rosa, G. Barcellona
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