Qualcuno ricorda la canzone “Casetta in Canadà”, presentata al festival di Sanremo nel 1957 e successivamente ripresa da altri cantanti?

Noi ce l'abbiamo anche se la casetta è in Università, e si trova, per chi non lo sapesse, proprio a fianco del nostro Osservatorio Astronomico.

La casetta ha preso vita il 9 maggio 2016, accogliendo un folto numero di partecipanti all'evento riguardante il transito di Mercurio davanti al Sole.

In realtà già prima di oggi aveva una sua vita, ma era una vita un po' riservata: senza fare troppo rumore, dava rifugio al materiale del Gruppo. Poi ha voluto uscire dal proprio guscio e, nelle scorse settimane, con l'aiuto di alcuni Soci volenterosi, ha cambiato look trasformandosi in un ambiente pronto ad accogliere soci e simpatizzanti,  per proiezioni e attività collegate con l'Osservatorio.

Quindi il 9 maggio, complice anche il brutto tempo, la casetta si è aperta al pubblico con la nuova veste e ha potuto dare il meglio di sé, dando spazio a proiezioni del transito di Mercurio da strumenti presenti a Las Vegas e alle Canarie, intervallate, in rari momenti di bel tempo, dalle immagini provenienti dal nostro telescopio solare Lunt.

Con trepidazione, la casetta vi attende per altri incontri legati all'oggetto del mese, presentato mensilmente prima dell'osservazione al telescopio.

Riaprirò la mia porticina, se vorrete, il 27 maggio per osservare Marte.

Ciao a tutti!

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Noi oggi siamo, giustamente, fieri del nostro telescopio da 11 pollici che è stato installato, poche settimane orsono, nel nostro Osservatorio Astronomico Savonese (OAS), e ne siamo fieri anche perché è uno strumento di dimensione congrua e, direi, importante per l’astronomia amatoriale.
Trenta anni fa però, un nostro socio, Giancarlo Acquaviva, che ricoprì anche la carica di Presidente del Gruppo, decise di non accontentarsi dello strumento da 30 cm di diametro che era installato nel suo osservatorio (la Stazione Astronomica di Stella Corona) e ordinò uno strumento di ben 40 cm di diametro!
Lo strumento era un riflettore Marcon in configurazione Ritchey-Chrétien f/8. Tale configurazione è un’evoluzione del sistema Cassegrain in grado di ridurre notevolmente l’aberrazione.
La montatura del 30 cm venne completamente ridisegnata per ospitare lo strumento più grande: la forcella passò dai 63 cm in altezza agli 85 cm e dai 56 cm in larghezza agli 86 cm.
Il telescopio, a cui si affiancò anche una Camera Schmidt da 20 cm (vedere foto), non ebbe però una vita intensa. L’installazione, anche a causa della tragica scomparsa del giovane figlio di Giancarlo avvenuta a Novembre 1984, avvenne quasi due anni dopo.


Giancarlo era più che disponibile a far utilizzare il telescopio ai soci del Gruppo, in particolare ai soci più giovani. Bisognava dedicare una quota importante di tempo alla messa a punto dell’osservatorio, ma proprio nel 1986 i giovani soci, quasi tutti neolaureati, iniziarono a lavorare, modificarono le loro abitudini e potettero dedicare meno tempo al Gruppo. Non si sfruttò quindi, se non minimamente, l’opportunità di usare uno strumento così importante.
Ora Giancarlo non è più tra noi e lo strumento è in attesa di qualcuno che lo rivitalizzi….
Pubblicato in 30 anni fa