30 anni fa: autunno '86

Scritto da  Valerio Ghisolfi

Il 13 0ttobre 1986 può essere considerata la data in cui è stata posta la prima pietra della Stazione Astronomica di Castagnabanca, nel Comune di Pietra Ligure.
Infatti in tale data, presenti i  soci Bezzani, Monaco, Zampedri e lo scrivente, venne completata la cassaforma in legno nella quale sarebbe stata successivamente effettuata la gettata di calcestruzzo costituente la base dell'Osservatorio.
L'Osservatorio avrebbe poi ospitato lo strumento più grande della storia del Gruppo Astrofili, un Newton-Cassegrain di 51 cm di diametro.

La realizzazione della specola, e soprattutto del telescopio, si rivelerà un'opera lunghissima e titanica, probabilmente superiore alle capacità del Gruppo soprattuto in termini di approccio metodologico. Il modus operandi sarà quello dello spirito delle "migliorie alla specola", accettabile per un telescopio di 25 cm di diametro ma che scricchiola quando si deve progettare e realizzare uno strumento di diametro doppio e che quindi ha problematiche comprese tra 4 e 8 volte tanto, considerando che le stesse vanno come minimo come il quadrato del diametro ma più spesso come il cubo.
Le difficoltà da superare saranno molteplici e spesso impervie. Bisogna però riconoscere che la caparbietà e l'impegno dei tre soci  che l'hanno fortemente voluto (Bezzani, Monaco e Zampedri) hanno consentito di raggiungere il risultato di avere un Osservatorio con uno strumento di dimensioni non usuali, ma lo strumento ha probabilmente sofferto l'approccio summenzionato e non ha potuto fornire prestazioni significative.

Oltre a ciò, si sono nel tempo verificate problematiche "politiche". Come si può vedere leggendo i numeri di Cielosservare e di Notizie di Cielosservare tra il 1986 e il 1995, l'articolo apparso a novembre 1986 era firmato bezghimozamp (Bezzani, Ghisolfi, Monaco, Zampedri) e da dicembre in poi i resoconti sarebbero stati firmati bezmozamp. Ciò in quanto alla realizzazione lavorarono essenzialmente solo Bezzani, Monaco e Zampedri; gli altri soci, me compreso, a causa degli impegni e soprattutto della lontananza dell'Osservatorio dal capoluogo non fornirono supporto ai tre. La latitanza continuò anche una volta che l'Osservatorio fu terminato. I tre (mi viene da dire giustamente) si aspettavano una frequentazione, soprattutto da coloro che potevano dare un certo contributo scientifico e tecnico ma (sostanzialmente a causa della distanza, ripeto) ciò non avvenne. Il fatto produsse attriti e incomprensioni, tanto che i costruttori sentirono, a metà degli anni novanta del secolo scorso, la necessità di fondare una nuova associazione, il Gruppo Astrofili Orione di Pietra Ligure. A febbraio 1995 vennero definite le quote di proprietà dell'Osservatorio: il G.A.S. ne possedeva il 4% e le chiavi sarebbero state custodite da un membro della nostra associazione.
Ora l'Osservatorio non esiste più, ma, non solo perché il G.A.S. ne aveva formale comproprietà, in questa rubrica avremo modo di raccontarne sprazzi di storia, come di un figlio lontano e trascurato.